Clima Aziendale, cosa è e come migliorarlo

Avete presente quei film che raccontano le gesta di squadre speciali super addestrate in grado di risolvere situazioni di crisi, salvare ostaggi, sventare attentati? Bene, questi team iper-performanti hanno generalmente due caratteristiche fondamentali: un metodo di lavoro preciso, frutto di un duro addestramento, e un affiatamento straordinario tra i membri che li compongono, fondato sul rispetto reciproco.
Sapere cosa fare, come farlo e soprattutto quando, unito a un legame stretto tra le persone che favorisca motivazione e fiducia reciproca, sono gli ingredienti di quello che potremmo definire il clima aziendale. Un concetto che, attraverso questo articolo, cercheremo di chiarire meglio, offrendo alcuni spunti per iniziare a riconoscerne la qualità e, se necessario, migliorarlo anche all’interno della vostra organizzazione.
Gli effetti del clima positivo
Sempre più studi ci dicono che esiste un rapporto diretto tra la qualità del clima in azienda e la produttività : se le vostre persone vivono bene dentro l’organizzazione, la loro motivazione cresce, le performance migliorano e il turn-over si riduce, aumentando così la loro fedeltà .
Un clima positivo, inoltre, rafforza la reputazione del brand, rendendo l’azienda più attrattiva per i giovani talenti.
Le imprese con una forte coesione interna, infine, superano prima le crisi di mercato, sono più aperte all’innovazione e al cambiamento, e condividono una cultura della responsabilità che le rende più resilienti sotto ogni aspetto.
Insomma, lavorare sul clima aziendale conviene da ogni punto di vista. Ma come farlo?
La risposta è semplice e contenuta nell’Equazione Climatica:
Clima aziendale = Ritmo X Qualità delle relazioni
Analizziamone insieme i termini.
Al ritmo giusto
Abbiamo detto che avere un metodo di lavoro affidabile favorisce un buon clima aziendale. In altre parole sapere cosa, come e quando agire crea nelle singole persone e nel team un senso di ordine e sicurezza che certamente ha effetti benefici.
Vorremmo soffermarci sul quando - probabilmente il più trascurato dei tre aspetti che definiscono un metodo - perché è da esso che dipende il ritmo di lavoro, ovvero la cadenza operativa che indica il momento esatto in cui è richiesta un’azione.
Se saremo in grado di far trovare il giusto ritmo alle nostre persone il clima ne sarà favorito altrimenti accadrà l’opposto. Il tempo, infatti, è uno dei temi su cui si litiga di più all’interno delle organizzazioni: “Quel lavoro mi serviva primaâ€, “Non sopporto i tuoi continui ritardiâ€, “Perché non lavori a qualcosa di più urgente?!†sono solo alcune delle frasi che capita di scambiarsi tra colleghi e collaboratori.
Non facciamo però l’errore di pensare che per avere un buon clima sia necessario adottare ritmi blandi. L’eccessivo rallentamento provoca noia e lassismo, effetti molto pericolosi all’interno di una comunità di persone.
La reazione più comune alla mancanza di stimoli adeguati è cercarli altrove, anche attraverso dinamiche poco costruttive come conflitti, schieramenti, gossip e altri comportamenti indesiderati.
Trovate quindi un ritmo che tenga alto il livello della sfida, senza però rendere disumana l’operatività in azienda.
Definite procedure chiare, con standard qualitativi che includano anche il fattore tempo, aiutate le persone più lente o troppo rapide a mettersi al passo attraverso percorsi di allenamento di competenze e capacità . Per mantenere ritmi adeguati, però, è fondamentale lavorare anche sul secondo elemento della nostra “Equazione Climaticaâ€: le relazioni.
Il ruolo delle relazioni
Torniamo per un attimo alla nostra squadra speciale. Gente immune allo stress, in grado di tenere ritmi elevati senza cali di performance e che non trema davanti alle sfide. Come fanno? Affrontando ogni prova con una forte coesione interna. Se vorrete quindi ottenere gli effetti benefici che scaturiscono alzando il ritmo - come spiegato nel paragrafo precedente - dovrete contemporaneamente curare le relazioni tra i membri del vostro team!
Ogni manager, responsabile di funzione, coordinatore o chiunque abbia il compito di guidare un gruppo di persone non dovrebbe mai dimenticare che la gestione degli individui, la cura delle relazioni tra loro e lo sviluppo di qualità umane utili alla cooperazione sono parte essenziale - e irrinunciabile - del proprio incarico.
Ci sono alcuni fattori che contribuiscono a rovinare le relazioni e di solito sono legati allo stile comunicativo usato dai membri del gruppo e dal leader per relazionarsi, all’atteggiamento adottato di fronte agli errori e al più o meno spiccato senso di responsabilità condivisa. Se le relazioni si deteriorano, non ci sono obiettivi né sfide che possano davvero motivare il team, almeno nel medio-lungo periodo.
Vivere in un ambiente tossico, infatti, è possibile solo nel breve periodo e, anche se la motivazione può essere inizialmente surrogata con premi e incentivi economici, ciò a cui bisogna davvero puntare è un gruppo in cui le persone si apprezzino e si stimolino a vicenda.
Test climatico
Concludiamo questo articolo con una check-list di punti da verificare per effettuare un test climatico che vi permetterà di indagare la qualità del clima che si respira nella vostra organizzazione. Esistono in rete moltissimi strumenti di analisi dedicati al clima aziendale.
Di solito si focalizzano sugli effetti che derivano da questo importante aspetto, come il turnover dei collaboratori, quindi la loro fedeltà , il livello di conflittualità interna, la resistenza al cambiamento, l’attitudine al problem solving ed altro.
Noi vogliamo semplificarvi la vita proponendovi di ragionare solo su 4 aspetti: 
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Rapporto responsabilità /alibi: un clima positivo stimola la pro-attività , ovvero la capacità non solo di prevenire i problemi, ma di assumersi la responsabilità di cercare soluzioni anche quando le difficoltà non sono state causate direttamente da noi. L’opposto di questo atteggiamento è l’eccessiva reattività che fa attendere che le cose accadano per poi affibbiarne a qualcuno la colpa. La ricerca di alibi si manifesta con frasi come “l’avevo detto che sarebbe accaduto†e “non è mia responsabilità occuparmeneâ€.
Linguaggio positivo e accoglienza verso i nuovi arrivati: un clima positivo è fatto di un lessico altrettanto positivo. Entrare in un ambiente dove si parla sempre al passato, si esprimono giudizi pesanti, si critica senza dare la possibilità all’altro di rimediare o migliorarsi, presto o tardi ci farà sentire soffocati. Al contrario il clima migliora quando il linguaggio è curato, piacevole, chiaro, soprattutto con chi è in fase di “on boarding†ed è appena entrato in squadra.
Ritardi e orario di lavoro: come già detto l’uso corretto del tempo è un fattore importantissimo per testare il clima interno. Se il rapporto con il tempo è quantitativo invece che qualitativo ci troveremo di fronte a continui ritardi nella pianificazione, riunioni infinite dai risultati poco significativi, orari di lavoro che si estendono oltre il dovuto senza che questo contribuisca ad alzare la produttività .
Comportamento verso cambiamenti e nuove sfide: ogni organizzazione che voglia rimanere operativa e efficace su un mercato che è in continuo mutamento dovrà , presto o tardi, affrontare innovazioni e cambiamenti accettando nuove sfide. I team caratterizzati da un clima positivo accolgono tutto ciò come un test per mettere alla prova coesione, competenze e capacità , lasciando da parte pregiudizi e conflitti che invece, là dove il clima è guasto, si innescano proprio in queste occasioni. 
Create un questionario che indaghi tali aspetti e assegnate un punteggio da 1 a 4 ad ognuno di questi fattori. Sottoponete il test all’intera popolazione aziendale, non solo a dirigenti e manager, così da farvi un quadro più ampio possibile. Poi in base al risultato costruite il vostro percorso di miglioramento del clima seguendo i consigli contenuti in questo articolo.