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Dietro ogni buono c’è una storia: l’intervista su come funziona l’Area Affiliati Day

Dietro ogni buono c’è una storia: l’intervista su come funziona l’Area Affiliati Day

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Day

Dietro ogni buono c’è una storia: l’intervista su come funziona l’Area Affiliati Day

Dietro a ogni buono Day c’è molto più di un semplice accordo commerciale. Ogni utilizzo è l’ultimo passaggio di una catena che parte da lontano: trattative con i grandi marchi, convenzionamenti anche porta a porta per coprire i territori, risposte rapide a richieste impreviste… Una macchina organizzativa fatta di persone, relazioni e tanto impegno.

Su UpDa[y]te vogliamo raccontare proprio questo dietro le quinte: come funziona davvero la rete che permette a migliaia di clienti di usare i buoni ogni giorno?

Per farlo abbiamo chiacchierato con Raffaele Oliverio Megna, Responsabile Mercato Esercenti, e Monia Guidoni, Responsabile Reti, che ci hanno svelato come nascono gli accordi e quali sfide affrontano per rendere il servizio sempre utile e vicino a tutte le parti coinvolte – che siano clienti, utilizzatori o affiliati.

Se doveste spiegare in poche parole qual è il vostro ruolo e in cosa consiste il vostro lavoro, cosa direste?

Ci occupiamo di due aspetti diversi ma complementari: Raffaele segue la negoziazione con i grandi marchi – dalla GDO alle catene di ristorazione – mentre Monia coordina il convenzionamento capillare sul territorio, fino al singolo esercente locale. Insieme costruiamo una rete che non è fatta solo di numeri e contratti, ma che rende i buoni spendibili davvero ovunque: dal supermercato alla bottega sotto casa. Questo lavoro, però, non è mai lo stesso. Quindici anni fa la sfida era convincere la grande distribuzione a entrare nella rete: non tutti erano disposti ad accettare i buoni.

Oggi i grandi brand ci sono tutti e la sfida è un’altra: gestire i cambiamenti che arrivano dal mercato e dal contesto socioculturale.
Un esempio recente è la legge entrata in vigore il 1° settembre che ha fissato al 5% massimo le commissioni per gli affiliati e sta aprendo la strada a nuovi player, come i discount, che prima non potevano permetterselo, ad esempio Penny!
Per la grande distribuzione questo potrebbe rivelarsi un boomerang. Ecco perché il nostro lavoro non è mai “chiusoâ€: evolve insieme agli scenari, alle regole e alle abitudini delle persone.
Se in passato il compito era portare dentro più marchi possibile, oggi il nostro impegno è capire e gestire quello che succede, per garantire sempre una rete solida e utile ai clienti.

Quali criteri guidano la scelta dei partner?

Oggi possiamo dire che tutti i grandi brand e le principali catene sono ormai nostri partner: ci danno solidità, diffusione e copertura nazionale. Ma il nostro vero “plus†sono i negozi di vicinato: piccoli, vicini, capaci di garantire capillarità e di rispondere alla sensibilità dei clienti verso sostenibilità, prodotti a km zero e sostegno al territorio.

Quando vinciamo gare pubbliche o arrivano clienti grandi e importanti, scatta la corsa ai convenzionamenti “a tappetoâ€: dobbiamo garantire il servizio ovunque serva e rispettare i criteri di gara.
Un esempio? Con Poste Italiane abbiamo dovuto assicurare partner in tutti i comuni d’Italia, anche nei paesini più sperduti, ovunque ci fosse un ufficio postale. Così ci siamo trovati a battere centimetro per centimetro per cercare di convenzionare più locali possibili affinché si potessero spendere i buoni, anche in quei luoghi che non hanno mai visto un buono pasto. Ogni volta è una storia diversa!

Poi ci sono le situazioni più spontanee: alcuni partner ci chiamano direttamente chiedendo di convenzionarsi, altri li contattiamo noi in risposta alle richieste dei clienti che arrivano a Day. L’equilibrio tra grandi realtà e negozi di prossimità resta il cuore del nostro lavoro: vogliamo costruire una rete utile, vicina e concreta, che risponda davvero alle esigenze di chi ci sceglie.

Una volta scelto un potenziale partner, come procede il percorso?

Dietro ogni convenzione c’è un lavoro lungo e strutturato, ma fatto con il giusto passo. Con i grandi marchi servono mesi di trattative e di incontri a vari livelli di gerarchia, mentre con gli esercenti locali spesso si lavora letteralmente porta a porta, costruendo fiducia e spiegando passo passo come funziona il sistema: come gestire incassi e fatturazioni, come trasformare il buono in una risorsa concreta per il loro business.

Il nostro approccio è diverso perché accompagniamo davvero le persone in tutte le fasi. Oggi, grazie al digitale, molte operazioni che prima richiedevano fax e scartoffie possono avvenire in giornata e il convenzionamento può essere praticamente immediato. Certo, c’è sempre un iter da seguire, ma siamo pronti a rispondere rapidamente a richieste e problemi, così che il partner non si senta mai lasciato solo.

Ci raccontate qualche esperienza concreta in cui vi siete sentiti orgogliosi del vostro lavoro?

Sicuramente la gestione dell’emergenza Covid: siamo stati i primi ad attivare il caricamento dei buoni spesa solidali direttamente sulla tessera sanitaria. In pochissimi giorni, nonostante fosse la prima volta anche per noi completamente da remoto ognuno a casa propria, siamo riusciti a mettere in piedi una macchina che ha dato un sostegno immediato ai cittadini, aiutando le istituzioni a far arrivare rapidamente a destinazione dei fondi che altrimenti non sapevano come distribuire.

Un altro esempio è l’alluvione in Emilia-Romagna: i territori coinvolti avevano bisogno di un supporto rapido e concreto, così Day ha deciso di eliminare le commissioni per tutti gli esercizi nei comuni colpiti. In questo modo abbiamo aiutato commercianti e cittadini allo stesso tempo, dando respiro e sostegno a chi si trovava in difficoltà. Di nuovo con estrema rapidità di decisione e di azione, questo ha fatto la differenza.

Questi sono i momenti di cui siamo più orgogliosi, perché mostrano che il nostro lavoro non si limita a fornire un servizio: guardiamo sempre al “perchéâ€, a quale impatto possiamo avere sulla comunità e sulla vita delle persone.

Cosa significa gestire una rete così capillare in tutta Italia?

In Italia la componente territoriale pesa moltissimo: ogni zona ha caratteristiche diverse e bisogna saperle leggere e rispettare. Ci sono territori più “faciliâ€, dove i locali chiedono spontaneamente di entrare in rete, e altri più complessi e diffidenti, dove serve convincere, spiegare e costruire fiducia giorno per giorno. Per questo è fondamentale avere persone che ci mettono la faccia, diventando punti di riferimento locali e parlando con credibilità.

Dopo di che, possiamo dire di essere arrivati dappertutto: dalla Sardegna, dove ci hanno chiesto di convenzionare persino le botteghe di pane e formaggio dei pastori, al Trentino, dove i nostri commerciali arrivavano fino ai rifugi con un metro di neve e le ciaspole! Ogni territorio richiede resilienza, creatività e spirito di squadra, ma soprattutto la capacità di dialogare e costruire relazioni basate sulla fiducia

Cosa vuol dire per voi lavorare in Day?

Siamo cresciuti insieme a Day, sia professionalmente che come persone. Per noi questo lavoro non è mai un compito burocratico: lo sentiamo davvero nostro. Quando arriva un problema o un’urgenza, ci immedesimiamo e ci rimbocchiamo le maniche per trovare soluzioni, insieme. Nel tempo la nostra realtà è cresciuta e il nostro lavoro è passato dall’essere dei pionieri che devono trovare e aprire sempre nuovi contatti, al gestire una rete sempre più grande e consolidare una reputazione.

Possiamo dire di sentirci parte di una casa comune – diciamo pure una famiglia, a costo di sembrare retorici – e vogliamo che chi entra in contatto con Day percepisca questa attenzione. È questo modo di lavorare, concreto e vicino alle persone, che fa davvero la differenza e viene riconosciuto sia dai partner che dai clienti.

Qual è, secondo voi, l’impatto più importante del vostro lavoro?

Convenzionare non significa solo ampliare una rete: significa influenzare le abitudini delle persone, rendere il buono davvero spendibile e utile, sostenere l’economia locale e accompagnare i consumi verso modelli più responsabili. In una parola, significa migliorare il benessere quotidiano. Ed è questo che ci rende orgogliosi di quello che facciamo.